L’Appennino abruzzese è una delle zone floristiche più importanti in Europa, con migliaia di varietà di fiori. L’influenza del clima mediterraneo, l’altitudine, la persistenza di varietà di origine glaciale hanno creato le condizioni per una ricchezza floristica veramente straordinaria. Alcune di queste varietà formano estese colonie e fioriture spettacolari.  In particolare Campo Imperatore e i Monti limitrofi, chiamato anche Il Piccolo Tibet, da un punto di vista cromatico è come una tavolozza di un pittore impressionista. Ad un fotografo non resta altro da fare se non abbandonarsi alle sfumature di colori caldi, enfatizzati dalla luce del sole.”Molto spettacolari sono le immense fioriture di CROCHI che con il loro caratteristico colore viola, tingono letteralmente le montagne al primo sciogliersi delle nevi. I mesi migliori per gustare queste fioriture sono quelli di marzo ed aprile.

Crocus dell’amore e del desiderio

Il genere Corcus appartiene alla famiglia delle Iridaceae, sono tutte piante erbacee perenni e bulbose che crescono in prevalenza nei prati dal piano collinare a quello alpino dalla primavera all’autunno inoltrato. Il nome “Crocus” deriva dal greco Kroke, ovvero filamento, per gli stimmi filamentosi che porta al centro della corolla. Secondo un mito greco tali filamenti simboleggiano un legame d’amore tra la ninfa Smilax e il giovane Krokos, un amore destinato a finire con la morte del giovane. Si narra che gli dei, impietositi, trasformarono la ninfa in salsapariglia e il giovane in croco, per far sì che i due potessero vivere uno accanto all’altro.

Smilax e Krokos

Smilax e Krokos

Per questo mito gli antichi Greci usavano porre sulle tombe degli amanti morti per amore un fiore di Crocus. Oltre ad essere simbolo dell’amore impossibile e del desiderio, i crochi sono conosciuti e rinomati per lo zafferano, polvere color ocra che si ricava dai filamenti secchi di Crocus sativus. Lo zafferano, oltre ad essere ottimo nella preparazione di molti piatti, è spesso utilizzato come antispasmodico, emmenagogo e nel Rinascimento le dame lo adoperavano per conferire alle loro chiome particolari tonalità biondo rame.

 

Fiore sensuale e nuziale, dunque, il croco compare anche nel Cantico dei Cantici ed è tra i fiori del talamo di Giove e Giunone nellIliade (XIV, 346-351):

 

” Così disse il figlio di Crono e afferrò tra le braccia la sposa: 

e sotto di loro la terra divina produsse tenera erba,

 e loto rugiadoso e croco e giacinto, 

morbido e folto, che dalla terra di sotto era schermo: 

su questa si stesero,

si coprirono di una nuvola bella, d’oro

: gocciava rugiada lucente”.

Crocus il fiore che spunta dalle neve

I "Bucaneve"

I “Bucaneve”

Foglie sottilissime che a malapena si distinguono dai fili d’erba, vivaci e mai chiassosi come tutte le specie spontanee, i crochi sono un concentrato di escamotage per sopravvivere alle condizioni estreme d’alta quota: inverni lunghi e rigidi, estati brevi e siccitose con grandi sbalzi termici tra il giorno e la notte, venti forti. Ecco allora che i crochi, come le genziane e altri fiori di montagna, sono bassi, hanno fiori sproporzionatamente grandi e dai colori vivaci per attirare gli insetti impollinatori e sono capaci di compiere l’intero ciclo vegetativo in tempi molto rapidi rispetto a specie che vivono in climi più miti: fioriscono quando ancora la neve non si è sciolta del tutto e nel giro di pochi mesi scompaiono nuovamente al calduccio sotto terra.

Uno spettacolo della natura da non perdere

Ancora pochi giorni per godere a pieno della splendida Fioritura dei Crochi nelle montagne abruzzesi. La luce intensa della primavera rende ancora più vivi e intensi i colori di questi “gioielli preziosi” che la natura ci dona. Una distesa Viola/Lilla che ci riporta ad una tavola pittorica, dove l’artista ha utilizzato i colori e le sfumature più intensi. La fioritura dei Crochi  deve essere vissuta almeno una volta nella vita.

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